In una sala di coworking affollata, tra post-it e computer accesi, si sente sempre più spesso la stessa domanda: come avviare un’impresa giovane con risorse pubbliche? La risposta non è unica, ma il quadro delle opportunità pubbliche per l’imprenditoria giovanile nel 2025 è piuttosto ampio e articolato. In questa guida chiara e pratica mettiamo ordine: cosa offre lo Stato, quali misure gestiscono Invitalia e ISMEA, e quali bandi regionali conviene guardare.
Incentivi nazionali principali
Il governo e gli enti operano su più fronti: contributi diretti, finanziamenti a tasso agevolato, voucher e regimi fiscali semplificati. Tra le misure più immediate c’è il bonus under 35, attivo fino al 31 dicembre 2025, che prevede un contributo fino a 1.300 euro al mese per chi avvia attività innovative nei settori della transizione digitale ed ecologica. Questo aiuto è pensato per sostenere le fasi iniziali di avvio, non la totalità degli investimenti.
Ancora, Resto al Sud continua a sostenere l’imprenditoria nelle regioni meridionali e nelle zone del cratere sismico del Centro Italia con una combinazione di finanziamento bancario (interessi a carico di Invitalia) e contributi a fondo perduto. A fianco, la misura nota come Investire al Sud mette a disposizione voucher da 40.000 o 50.000 euro per acquisti di beni e servizi, o contributi che coprono dal 70% al 75% degli investimenti, fino a 200.000 euro.
Un altro strumento nazionale di rilievo è il credito d’imposta ZES rivolto alle imprese che investono nelle aree del Mezzogiorno. Nel pacchetto per l’autoimpiego emergono anche incentivi green e digital: i giovani sotto i 35 anni possono ottenere un contributo mensile di 500 euro e, in caso di assunzione, l’esonero del 100% dei contributi previdenziali per i dipendenti assunti. Un dettaglio che molti sottovalutano è la necessità di predisporre un business plan credibile per ottenere accesso a questi aiuti.

Misure per agricoltura, innovazione e sostegno a tasso zero
Il settore agricolo dispone di interventi specifici: il bando ISMEA Più Impresa (in riapertura per il 2025) finanzia piani d’investimento fino a 1,5 milioni di euro con mix di prestiti e contributi a fondo perduto, rivolgendosi in particolare a giovani e donne. Sempre ISMEA gestisce il programma Generazione Terra, che può coprire il 100% del prezzo di acquisto dei terreni per giovani agricoltori con limiti d’età diversi a seconda dei casi.
Per start-up innovative è attivo il programma Smart & Start Italia, gestito dal MIMIT e Invitalia, che supporta progetti con finanziamenti tra 100.000 e 1,5 milioni di euro. In parallelo, lo strumento Nuove imprese a tasso zero (ON Oltre) combina contributo a fondo perduto e prestito a tasso zero per micro e piccole imprese guidate prevalentemente da under 35 o da donne.
Un aspetto fiscale di rilievo riguarda i giovani imprenditori agricoli under 40: la Legge n.36/2024 ha introdotto un regime con imposta sostitutiva del 12,5% sul reddito d’impresa per il primo quinquennio dall’avvio. Per chi programma investimenti in tecnologie e meccanizzazione il Fondo Innovazione sta preparando una nuova finestra dedicata a PMI agricole e connesse; lo sportello sarà gestito da ISMEA. Un fenomeno che in molti notano è la sovrapposizione di bandi: serve attenzione alle scadenze e alla coerenza dei progetti.
Bandi regionali da tenere d’occhio
Oltre alle misure nazionali, molte Regioni hanno programmi mirati. In Campania esiste un bonus autoimpiego giovani e donne con contributi a fondo perduto fino a 25.000 euro. In Calabria il Fondo FUSESE sostiene giovani disoccupati con finanziamenti che coprono fino al 100% dell’investimento ammissibile: per ditte individuali il tetto è di 78.000 euro, per società di persone 148.000 euro, con metà a prestito agevolato e metà a fondo perduto.
La Puglia propone il Fondo NIDI e l’avviso Impresa Possibile, quest’ultimo dedicato alle imprese sociali e capace di coprire fino al 100% dei costi per progetti fino a 50.000 euro (fino all’80% per investimenti superiori fino a 200.000 euro). La Camera di Commercio di Foggia sostiene nuove imprese giovanili con voucher che arrivano a 4.000 euro, mentre nelle province di Livorno e Grosseto il bando locale copre fino a 5.000 euro (5.500 euro con maggiorazione per giovani).
Altri strumenti locali includono il Premio Barresi per imprese giovanili sostenibili nell’area metropolitana di Bologna (quattro contributi da 12.500 euro) e il Progetto S.I.S.S.I. 2.0 in Friuli Venezia Giulia, che offre percorsi di orientamento e coaching. In diverse regioni al momento non risultano bandi aperti: i giovani possono allora guardare ai programmi nazionali, ma è utile monitorare i siti regionali per aperture successive. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è quanto la burocrazia locale possa incidere sui tempi di erogazione: pianificare è fondamentale.
Per chi si avvia all’impresa, il quadro resta ricco ma frammentato: voucher, contributi a fondo perduto, prestiti agevolati e regimi fiscali speciali coesistono. Seguire bandi specifici, predisporre un business plan rigoroso e mantenere aggiornati i documenti sono passi concreti che gli operatori consigliano. Molti giovani imprenditori raccontano che, alla fine, la differenza la fa la capacità di sincronizzare domanda, progetto e scadenze.
