Addio alla Fornero dal 2027: le nuove agevolazioni per chi sogna di andare in pensione prima

Arriva la nuova riforma delle pensioni: dal 2027 addio alla legge Fornero e uscite anticipate

Arriva la nuova riforma delle pensioni: dal 2027 addio alla legge Fornero e uscite anticipate - acquaesaponec5.it

Luca Antonelli

Novembre 12, 2025

La discussione parlamentare sulla manovra ha lasciato molti lavoratori con la sensazione di un’occasione persa: la norma attesa sulle pensioni non è passata e il tema rimane sospeso. Dopo settimane di promesse e annunci, la manovra definita “sottodimensionata” e con risorse ridotte non ha dato spazio a interventi strutturali. Il punto è chiaro sul tavolo dei tecnici: la legge di Bilancio approvata dispone di circa 18 miliardi, una dotazione che non consente passi oltre le misure minime. Ne è conseguito che non è stato possibile fermare nemmeno il previsto aumento di 3 mesi dei requisiti per il 2027. Un dettaglio che molti sottovalutano: la mancanza di fondi non è solo un problema contabile, ma condiziona scelte politiche e tempi di attuazione. Lo raccontano i responsabili economici di diversi enti pubblici, che vedono nella gestione dei conti il vincolo principale. Per questo motivo, paradossalmente, la stessa manovra che ha deluso contiene però un elemento utile: aver ricucito i conti pubblici può creare lo spazio politico e finanziario per interventi più ampi nel prossimo ciclo di bilancio. Ecco perché, se si ragiona guardando al calendario delle prossime leggi economiche, la strada per una revisione significativa del sistema previdenziale non è chiusa: la stabilizzazione dei conti può rappresentare il presupposto necessario per avviare una riforma delle pensioni a partire dalla legge del 2027.

Il calendario politico che apre una finestra utile

La dinamica non è soltanto tecnica: pesa il calendario elettorale. Nel corso dell’anno che precede le politiche è naturale vedere una maggiore propensione a misure popolari, soprattutto se sostenute da coperture finanziarie. L’uscita dalla stretta sui conti pubblici, anche per effetto della manovra in corso, alleggerisce il freno imposto dall’UE e rende più praticabile una revisione della spesa in ambito sociale.

Arriva la nuova riforma delle pensioni: dal 2027 addio alla legge Fornero e uscite anticipate
Se applicate insieme, queste misure cambierebbero la mappa delle uscite e rappresenterebbero un reale superamento della Fornero. – acquaesaponec5.it

Un aspetto che sfugge a chi vive in città è la pressione che esercitano territori e categorie professionali: sindacati e associazioni locali segnaleranno presto le necessità di uscite anticipate e adeguamenti. La politica sa che una proposta chiara sulle pensioni è un argomento forte in campagna elettorale; ecco perché la legge del 2027 assume un valore strategico: è il momento utile per introdurre cambiamenti che richiedano maggiori stanziamenti. Altri osservatori ricordano che eventuali sviluppi referendari o tensioni politiche possono cambiare i piani, ma la finestra è reale. In termini pratici, chi guida i dossier di previdenza sta preparando scenari concreti da inserire nella prossima legge di Bilancio, consapevole che la copertura finanziaria e il consenso pubblico saranno decisivi. Questa combinazione di fattori spiega perché l’ipotesi di superamento della riforma Fornero torni a essere discussa con maggiore intensità.

Le misure sul tavolo: quota 41 flessibile, uscite a 64 anni e strumenti integrativi

I profili tecnici delle proposte non sono misteriosi: si tratta di rimettere in gioco strumenti già discussi da anni, con modifiche per renderli compatibili con i vincoli di spesa. Una prima ipotesi è la reintroduzione di una quota 41 rivista nella formula “flessibile”: uscita possibile a 62 anni con almeno 41 anni di contributi ma con una riduzione dell’assegno stimata attorno al 2% per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni o all’età pensionabile vigente al momento dell’introduzione. La misura prevederebbe esenzioni parziali per i redditi più bassi, ad esempio per i nuclei con ISEE sotto 35.000 euro, per proteggere chi è più vulnerabile. Un’altra via considerata sarebbe l’uscita generalizzata a 64 anni con requisiti contributivi almeno pari a 25 anni, strutturata come una forma di pensione anticipata contributiva. Per la determinazione dell’importo si ipotizza un riferimento simile a tre volte l’assegno sociale orario, con la possibilità di integrare la rendita usando i proventi dei fondi pensione o convertendo il TFR in rendita. Un dettaglio che molti lavoratori con carriere discontinue notano subito è la necessità di flessibilità negli strumenti: combinare quota flessibile e uscite a 64 anni andrebbe a coprire sia chi ha carriere lunghe sia chi ha periodi di contribuzione più brevi. Se applicate insieme, queste misure cambierebbero la mappa delle uscite e rappresenterebbero un reale superamento della Fornero, orientando il sistema verso criteri più modulari. Sul piano pratico resta fondamentale definire coperture e meccanismi di perequazione: nei prossimi passaggi parlamentari sarà questo il vero banco di prova. Un dettaglio concreto per chi segue la materia: le regole sui coefficienti di trasformazione e sull’uso del TFR saranno decisive per capire quanto effettivamente varranno le nuove uscite.