C’è un’età dopo la quale la carta d’identità non scade più (ma quasi nessuno lo sa ancora)

Basta code in Comune (per sempre): chi non dovrà più preoccuparsi della carta d’identità - www.acquaesaponec5.it

Lorenzo Fogli

Novembre 20, 2025

La carta d’identità over 70 diventa permanente: nel nuovo decreto una norma per ridurre la burocrazia.

Il decreto Semplificazioni in arrivo introduce un cambiamento atteso da milioni di cittadini: gli over 70 non dovranno più rinnovare la carta d’identità alla scadenza. La novità è stata anticipata dal ministro per la Pubblica Amministrazione, che ha confermato l’inclusione della misura nel testo in discussione nelle prossime settimane in Parlamento. La norma, se approvata nella versione annunciata, consentirà alle persone con più di 70 anni di evitare code, prenotazioni e scadenze legate al rinnovo del documento, rendendolo valido a tempo indeterminato.

La proposta nasce dalla volontà di ridurre gli adempimenti burocratici che gravano soprattutto sulle fasce più anziane della popolazione, spesso poco digitalizzate e più fragili nei rapporti con la pubblica amministrazione. Ogni anno sono centinaia di migliaia gli over 65 che si recano in Comune per rinnovare la carta, spesso con difficoltà organizzative. La nuova regola punta a snellire questo passaggio e liberare risorse negli uffici anagrafici, che potranno così concentrarsi su altre pratiche.

Una carta senza scadenza: come cambiano i rinnovi dopo i 70 anni

Attualmente la carta d’identità ha una validità di 10 anni per gli adulti, di 5 anni per i minori tra 3 e 18 anni, e di 3 anni sotto i 3 anni, secondo il regio decreto 773/1931 aggiornato dal decreto legge 70/2011. Ma per chi supera i 70 anni, le cose potrebbero presto cambiare. Il decreto Semplificazioni prevede, infatti, che il documento resti valido a tempo indeterminato, eliminando la necessità di rinnovo periodico per chi ha già raggiunto quell’età.

La novità, se confermata nel testo definitivo, porterebbe concrete agevolazioni per oltre 4 milioni di cittadini. Evitare file, appuntamenti e burocrazia rappresenterebbe un beneficio diretto, soprattutto nei piccoli Comuni dove i tempi di attesa possono diventare lunghi. Anche dal punto di vista pratico, non dover rinnovare la carta significa evitare il rischio di blocco nei servizi, come operazioni bancarie o accesso alla sanità, spesso impedite da documenti scaduti.

Basta code in Comune (per sempre): chi non dovrà più preoccuparsi della carta d’identità – www.acquaesaponec5.it

Ma non mancano i dubbi tecnici ancora da risolvere. Il primo riguarda chi è vicino alla soglia: ad esempio, un cittadino di 69 anni con un documento in scadenza proprio al compimento dei 70, dovrà comunque rinnovarlo un’ultima volta? Oppure la nuova norma potrà applicarsi anche a lui retroattivamente? Sono aspetti che dovranno essere chiariti nella fase di stesura finale.

Altro nodo riguarda l’aggiornamento della fotografia. Anche se il documento resta valido, l’aspetto della persona può cambiare in modo evidente dopo i 70 anni. Il rischio è quello di un documento con dati o immagini non più aggiornati, rendendo difficile l’identificazione o la corrispondenza. Potrebbe essere quindi richiesto un aggiornamento parziale del documento, limitato a questi elementi, senza doverlo rifare da capo.

I vantaggi per cittadini e Comuni (ma restano incognite operative)

L’obiettivo della misura è chiaro: semplificare la vita quotidiana, ridurre i costi e snellire il carico di lavoro delle amministrazioni locali. La cancellazione del rinnovo dopo i 70 anni si inserisce in una più ampia strategia del Governo per rendere la Pubblica Amministrazione più moderna e orientata ai bisogni reali dei cittadini. In particolare, la norma punta a tutelare gli anziani da procedure che diventano spesso complesse: prenotazioni online, moduli, code allo sportello.

Il risparmio riguarda anche il fronte economico. Ogni rinnovo implica una spesa per il cittadino, tra marca da bollo e diritti fissi. Ma comporta anche costi per la P.A., in termini di gestione, personale, sistemi informatici. Ridurre il numero di rinnovi significa migliorare l’efficienza complessiva del sistema.

Allo stesso tempo, è evidente che la norma dovrà prevedere casi eccezionali in cui l’aggiornamento della carta sia necessario, come per esempio in caso di cambio di residenza, variazione dello stato civile o smarrimento del documento. Inoltre, si dovrà stabilire se i Comuni avranno strumenti per richiedere un aggiornamento su base volontaria, anche in età avanzata.

Non è da escludere che, una volta entrata in vigore, la norma possa essere estesa ad altre fasce anagrafiche, magari prevedendo validità pluridecennali dai 60 anni in su. Il principio di base rimane lo stesso: ridurre procedure inutili quando non vi sono reali esigenze di sicurezza o aggiornamento dati.

In attesa del testo ufficiale, la misura è stata già accolta con favore da diverse associazioni dei consumatori e dei pensionati, che chiedevano da tempo una semplificazione reale e concreta. Resta ora da capire come sarà tradotta sul piano operativo e se sarà prevista una fase transitoria per chi si trova in prossimità della soglia dei 70 anni.