Hai 5.000 euro fermi sul conto che non rendono nulla ma ti sembra scomodo toccarli? La situazione è comune: somme di breve misura lasciate liquide finiscono per perdere potere d’acquisto, tra bollette, tasse e inflazione. Invece di tenere i soldi “inattivi”, molti valutano di parcheggiarli con vincoli a breve termine per incassare un rendimento certo a scadenza. Qui si confrontano due strade pratiche: la soluzione offerta da Cassa Depositi e Prestiti tramite Poste Italiane e le alternative dei conti deposito bancari. Ecco perché quei 5.000 euro possono avere un destino diverso e quanto effettivamente potrebbero fruttare dopo un anno.
I depositi supersmart e i loro ritorni
Per chi possiede il libretto Smart, l’offerta della parte postale si chiama Depositi Supersmart. La gamma prevede opzioni con durate e tassi diversificati, pensate per esigenze precise. Il piano più remunerativo è il Plus, riservato ai maggiorenni con l’Opzione Risparmio Smart, che dura 363 giorni e offre un tasso del 3,00% lordo; su un capitale di 5.000 euro il rendimento netto a scadenza si avvicina a circa 110,39 €. Esiste poi il profilo Young, destinato ai 18‑35enni: ha durata di 180 giorni e un tasso lordo del 2,00%, corrispondente a circa 36,49 € netti su 5.000 euro se si considerassero prospettive a semestre.
Altre due opzioni più “generiche” sono Open e Pensione. Il primo, senza requisiti particolari, scade a 360 giorni con un tasso lordo dell’1,50% (intorno a 54,74 € su 5.000 €). Il secondo è dedicato a chi accredita la pensione INPS sullo Smart, dura 364 giorni e rende il 2,00% lordo (circa 73,80 €). Esiste infine Rinnova, con 540 giorni e un rendimento annuo dell’1,75%, che su 5.000 euro produce un netto indicativo di 95,79 €. Un dettaglio che molti sottovalutano: alcune offerte possono essere limitate a specifici titolari o a chi ha depositi scaduti in certe date.
Vantaggi, limiti e condizioni pratiche del parcheggio postale
La proposta postale presenta vantaggi immediati: non ci sono spese di gestione e il capitale è supportato dalla garanzia dello Stato nella misura prevista per questi prodotti, quindi il rischio operativo è contenuto. Il meccanismo è semplice da comprendere: si sottoscrive il vincolo, si attende la scadenza e si incassa l’interesse. Per chi cerca chiarezza e protezione in Italia può essere una soluzione pratica, specie per somme di taglio contenuto.

Tra i vincoli operativi, il taglio minimo di sottoscrizione è di 500 €, con incrementi di 50 €; inoltre è prevista la possibilità di svincolo parziale o totale, ma il prelievo minimo parziale è di 50 € e il saldo residuo non deve scendere sotto i 500 €. Un aspetto operativo che può creare fastidio a chi ha bisogno di flessibilità immediata. Un dettaglio che molti utenti notano nella vita quotidiana: la semplicità ha però limiti amministrativi che vanno valutati.
Dal punto di vista del rendimento, salvo il prodotto Plus, gli interessi non sono elevatissimi una volta considerata la tassazione comune al 26% e l’imposta di bollo. Per questo gli esperti di gestione patrimoniale suggeriscono di usare questi depositi quando l’obiettivo è il parcheggio temporaneo di somme modeste e non la crescita del capitale. Ecco perché la scelta va fatta in funzione dell’orizzonte e delle priorità: protezione e disponibilità controllata piuttosto che elevata redditività.
Il confronto con i conti deposito bancari e la destinazione d’uso
Sul versante bancario, il prodotto equivalente è il conto deposito vincolato, spesso tutelato dal FITD fino a 100.000 euro. Per un orizzonte di un anno conviene considerare la versione vincolata, che tende a offrire tassi superiori rispetto alla linea libera. Dalla ricognizione di mercato emergono diverse proposte: in una selezione compaiono circa 9 offerte da 8 istituti, con tassi che si collocano tra il 2,5% e il 3,00% lordo.
I rendimenti lordi indicati si traducono in netto approssimativo tra l’1,85% e il 2,22% dopo la ritenuta fiscale del 26%, mentre l’imposta di bollo si applica secondo la normativa. Le modalità di accredito degli interessi variano: alcune banche pagano trimestralmente, altre semestralmente, altre ancora posticipano tutto a scadenza. Un vantaggio pratico osservato in molte offerte è che non sempre la sottoscrizione del conto deposito richiede l’apertura di un conto corrente associato, un elemento che molti riscontrano come comodo.
La possibilità di svincolo anticipato è differenziata: alcune proposte lo consentono, altre no. Questo rende necessario confrontare condizioni e penali prima di impegnare la liquidità. Dal punto di vista strategico, questi strumenti servono soprattutto a proteggere il capitale sul breve termine, cercando di limitare l’erosione del potere d’acquisto. Per chi ambisce alla crescita del capitale nel lungo periodo, invece, la soluzione richiede prodotti diversi, con orizzonte temporale più esteso e una componente di rischio calibrata. È una scelta che porta alla luce la realtà: molti risparmiatori in Italia stanno già modificando il modo in cui gestiscono la liquidità, preferendo parcheggi brevi ma remunerati rispetto ai conti che non fruttano nulla.
